L’eccesso di pelle sulle palpebre superiori è uno dei più ricorrenti fastidi a cui la medicina estetica può porre rimedio, grazie alla blefaroplastica.
Blefaroplastica chirurgica o non chirurgica?
Oggi sono in molti a chiedersi quali sono le migliori tecniche di blefaroplastica e qual è quella più adatta alle proprie esigenze estetiche. Non tutti gli eccessi di pelle sulle palpebre infatti possono essere trattati allo stesso modo. L’incidenza sul lato estetico non è l’unico aspetto che va preso in considerazione. In alcuni casi, infatti, la cosiddetta vela sopraccigliare è causa di problemi oculistici, in quanto si verifica una vero e proprio pregiudizio all’integrità del campo visivo. È in casi come questi, ovviamente, che assume particolare rilevanza una valutazione pre trattamento, che deve quindi tenere in considerazione tutte le implicazioni, non solo estetiche ma anche di natura medica, per realizzare il miglior intervento possibile.
Quali sono le cose da sapere prima si un intervento di blefaroplastica
Ma a parte questo tipo di casistica, la blefaroplastica può essere affrontata su due piani fondamentalmente: blefaroplastica chirurgica e blefaroplastica non chirurgica.
La blefaroplastica chirurgica
Quando si parla di blefaroplastica chirurgica occorre perimetrare il tema allontanando, in particolare, tutti quegli elementi che possono scoraggiare i meno propensi ad affrontare un intervento. Va subito chiarito che la blefaroplastica chirurgica è un intervento di tipo ambulatoriale: nessuna particolare attività preparatoria, nessuna sedazione totale, salvo che non sia lo stesso paziente a richiederla, nessuna degenza post operatoria. La durata dell’intervento è infatti molto breve ed è ridotta a qualche decina di minuti, compresa anestesia e sutura. E a proposito di quest’ultimo aspetto, bisogna tranquillizzare chi può temere dei punti di sutura troppo invasivi. Bisogna spiegare come le attuali tecniche di blefaroplastica chirurgica prevedono un unico punto di sutura. Quindi non bisognerà attendere troppo per la sua rimozione, risparmiandosi così tutti i disagi che solitamente si hanno dopo un tradizionale intervento chirurgico.